Sangue infetto e responsabilità del Ministero della Salute: la prescrizione è di 5 anni
Con sentenza del 16 maggio 2017, la Corte di Appello di Potenza si pronuncia sulla responsabilità del Ministero della Salute per i danni da emotrasfusione.
La pronuncia della Corte si inserisce nel consolidato orientamento secondo cui la responsabilità del Ministero della Salute per i danni da emotrasfusione è di natura extracontrattuale e non possono ipotizzarsi, al riguardo, figure di reato tali da innalzare i termini di prescrizione (epidemia colposa o lesioni colpose plurime).
Il termine di prescrizione è pertanto di 5 anni, che decorrono dal momento in cui il soggetto affetto da epatite viene a conoscenza del nesso causale tra l’epatite e l’emotrasfusione.
È importante sottolineare che, nel caso in esame, la Corte esclude che la prescrizione cominci a decorrere dalla comunicazione del responso della Commissione medica ospedaliera: secondo la Corte d’Appello di Potenza, infatti, la prescrizione decorre dalla proposizione della domanda di indennizzo ai sensi della Legge 210/1992.
Infatti, i Giudici d’Appello condividono l’orientamento affermato dalla Suprema Corte di Cassazione secondo cui il termine di prescrizione quinquennale decorre «non dal giorno in cui il terzo determina la modificazione causativa del danno o dal momento in cui la malattia si manifesta all’esterno, bensì da quello in cui tale malattia viene percepita o può essere percepita, quale danno ingiusto conseguente al comportamento del terzo, usando l’ordinaria diligenza e tenendo conto della diffusione delle conoscenze scientifiche (a tal fine coincidente non con la comunicazione del responso della Commissione medica ospedaliera di cui all’art. 4 della L. n. 210 del 1992, bensì con la proposizione della relativa domanda amministrativa). (Cfr. Cass. SSUU 576/98; 579-580-581-583 e 584/98)».
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